"Aldo, Giovanni e Giacomo, dopo i loro successi televisivi e cinematografici, sono ormai una garanzia,
contesi come testimonial da sindaci e assessori. Il loro nome in cartellone è sufficiente per lanciare una nuova mega-struttura, un tendone da 2000 posti vicino alla stazione Garibaldi. È lì che ha debuttato il loro spettacolo, Tel chi el telùn. Fare uno spettacolo comico in un tendone non è un'idea nuova, neppure per AG&G, nel 1995 avevano preso parte all'avventura del Circo di Paolo Rossi. Ora il progetto sembra aver preso una forma finanziariamente più equilibrata. Anche perché il trio, anche in questa occasione, si muove con agilità tra i vari media. Il prologo dello spettacolo teatrale è una gag cinematografica, che racconta uno scombiccherato avvicinamento al tendone; nel corso della serata, poi, il video viene utilizzato in diverse occasioni: per seguire l'azione in quinta, oppure per duplicare quello che avviene sui due palcoscenici principali,
quello dove agiscono gli attori e quello dov'è sistemata l'orchestra (nell'estate del mambo, AG&G hanno scelto lo swing dei Good Fellas); e infine perché lo spettacolo – con l'inserimento di vari ospiti nelle diverse serate –aveva fin dall’origine una destinazione televisiva. Tuttavia, pur tenendo presente l'abilità nel proiettarsi sul piccolo e sul grande schermo, va detto che la comicità di Aldo Giovanni e Giacomo ha una matrice prettamente teatrale: a cominciare dall'enfasi sul mimo e sul controllo gestuale che si è andato via via affinando, soprattutto nell'irresistibile; e poi nella struttura a gag, a numeri chiusi, che ricorda il varietà e l'avanspettacolo. Anche i rapporti interni tra i personaggi richiamano il numero dei clown, con lo scontro tra l'impacciato (in genere Aldo) e il cattivo (questa volta in genere Giacomo, con Giovanni spesso a mediare, e altrettanto spesso a cambiare gli equilibri). Ma la cattiveria esplode davvero quando il trio trova un "esterno" da malmenare – nella serata del debutto il ruolo è stato volonterosamente assunto da Antonio Cornacchione: è in queste occasioni che i tre brutti, cattivi e simpatici attori riescono a dare il meglio di sé, con ritmi e tempi assai efficaci. Non c'è dubbio che queste gag collettive, dopo ondate di comici monologanti, abbiano
quello dove agiscono gli attori e quello dov'è sistemata l'orchestra (nell'estate del mambo, AG&G hanno scelto lo swing dei Good Fellas); e infine perché lo spettacolo – con l'inserimento di vari ospiti nelle diverse serate –aveva fin dall’origine una destinazione televisiva. Tuttavia, pur tenendo presente l'abilità nel proiettarsi sul piccolo e sul grande schermo, va detto che la comicità di Aldo Giovanni e Giacomo ha una matrice prettamente teatrale: a cominciare dall'enfasi sul mimo e sul controllo gestuale che si è andato via via affinando, soprattutto nell'irresistibile; e poi nella struttura a gag, a numeri chiusi, che ricorda il varietà e l'avanspettacolo. Anche i rapporti interni tra i personaggi richiamano il numero dei clown, con lo scontro tra l'impacciato (in genere Aldo) e il cattivo (questa volta in genere Giacomo, con Giovanni spesso a mediare, e altrettanto spesso a cambiare gli equilibri). Ma la cattiveria esplode davvero quando il trio trova un "esterno" da malmenare – nella serata del debutto il ruolo è stato volonterosamente assunto da Antonio Cornacchione: è in queste occasioni che i tre brutti, cattivi e simpatici attori riescono a dare il meglio di sé, con ritmi e tempi assai efficaci. Non c'è dubbio che queste gag collettive, dopo ondate di comici monologanti, abbiano
avuto un effetto di gradevole novità, contribuendo al successo del trio. Al mondo dell'avanspettacolo rimandano anche l'assoluto disimpegno dei testi e delle situazioni, e il punto di partenza per le invenzioni comiche (oltre agli autori Aldo, Giovanni e Giacomo e Massimo Venier, figurano tra i collaboratori gli immancabili Gino & Michele per i testi e Arturo Brachetti per la regia, e i trucchi da illusionista) è spesso la parodia: vengono presi di mira i kolossal mitologici (nella prima irresistibile scenetta), i telefilm polizieschi (ma trasferiti in Brianza con i Busto Garolfo Cops, un altro cavallo di battaglia), i serial di ambiente medico tipo E.R., la moda new age. Insomma, un orizzonte televisivo e sociologico sbeffeggiato con leggerezza, ritrovando la struttura delle vecchie barzellette sceneggiate. Mentre negli intermezzi la vamp Marina Massironi si diverte a canticchiare le più viete barzellette su Pierino e sui Carabinieri. Ma il finale è, ancora una volta, un irresistibile numero tutto teatrale, giocato sulla mimica: la noia e l'irritazione dei tre maschi di fronte alle letture poetiche dell'ispirata Massironi".
Oliviero Ponte di Pino
INFO E CAST
Aldo Giovanni e Giacomo
inTEL CHI EL TELÙN
ideato e scritto daAldo Giovanni e Giacomo e Massimo Venier
con la collaborazione diGino & Michele
conMarina Massironi
e con la partecipazione diAntonio Cornacchione e dei
The Good Fellas
scene e costumi diElisabetta Gabbioneta
luci e fotografia diRaffaele Perin
regia diArturo Brachetti
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Tel chi el telùn
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