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Il circo di Paolo Rossi

Sotto questo tendone nasce una delle famiglie più blues di sempre: la Famiglia Ubaldi e il suo prodigioso estratto di upupa spray.

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"Questo spettacolo parte da una necessità autobiografica di ritrovare il gusto di ridere "sul serio".

Abbiamo cominciato a crearlo partendo da un vuoto di intenzioni che corrispondeva a ciò che sentivamo rispetto al nostro mestiere. Come elementi di partenza avevamo un circo (nel senso del tendone) la voglia di metterci in gioco, di rompere gli schemi dei nostri spettacoli precedenti e un senso di sconforto come, credo, sentiamo in molti, rispetto ad una situazione stagnante al limite del disastroso, senza creatività, dove ormai si ride quasi automaticamente solo per un bisogno disperato di riconoscersi in qualsiasi cosa. Sono venuti a darci una mano i personaggi, le immagini e i racconti del circo prima maniera, quello più vicino al baraccone, al teatrino delle meraviglie. C'è stato così un incontro fra la donna cannone, la donna barbuta, il domatore di scimmie, I'ermafrodita, l'uomo senza gambe, il fachiro, il prestigiatore e noi.

Ci siamo riferiti a loro per creare nuove figure da baraccone, forse loro parenti, che raccontassero i nostri sogni, le nostre paure, i nostri scherzi, i nostri incubi e le nostre ossessioni. Per rendere vive le "figure" ci siamo posti davanti al lavoro in modo infantile, primario, senza paura del ridicolo. Raccontando situazioni che noi sentiamo veramente, che partono dalla realtà ed accadono attraverso una estrema finzione usando tecniche già sperimentate in spettacoli precedenti: la contaminazione di maschere della commedia dell'arte con storie personali, il lavoro di creazione di testi in gruppo, la musica come ritmo e scansione dei pensieri e delle azioni. La struttura dello spettacolo è a numeri come quella del circo, ma esiste una trama sotterranea creata dal rapporto tra i diversi personaggi del baraccone che ne fa una specie di varietà scoppiato. Ognuno dei personaggi, come succede sempre più spesso nel mondo contemporaneo, è lì per mostrarsi, per spettacolarizzare se stesso e molti dei riferimenti sono intimamente nostri così come altri partono dal bombardamento che riceviamo dall'esterno.

Ci siamo riferiti a loro per creare nuove figure da baraccone, forse loro parenti, che raccontassero i nostri sogni, le nostre paure, i nostri scherzi, i nostri incubi e le nostre ossessioni. Per rendere vive le "figure" ci siamo posti davanti al lavoro in modo infantile, primario, senza paura del ridicolo. Raccontando situazioni che noi sentiamo veramente, che partono dalla realtà ed accadono attraverso una estrema finzione usando tecniche già sperimentate in spettacoli precedenti: la contaminazione di maschere della commedia dell'arte con storie personali, il lavoro di creazione di testi in gruppo, la musica come ritmo e scansione dei pensieri e delle azioni. La struttura dello spettacolo è a numeri come quella del circo, ma esiste una trama sotterranea creata dal rapporto tra i diversi personaggi del baraccone che ne fa una specie di varietà scoppiato. Ognuno dei personaggi, come succede sempre più spesso nel mondo contemporaneo, è lì per mostrarsi, per spettacolarizzare se stesso e molti dei riferimenti sono intimamente nostri così come altri partono dal bombardamento che riceviamo dall'esterno.

Nelle mie regie con questa compagnia ho sempre cercato di mettere insieme in modo alchemico una intenzione studiata e l'improvvisazione suggerita dal momento in cui accade il fatto teatrale, qualcosa di simile alla struttura del jazz dove ci sono momenti molto precisi e momenti di fuga.Il tipo di rapporto che impone la pianta centrale che ho scelto per questo circo amplificherà la tensione delle azioni e la possibilità che accadano fatti inaspettati. Questo farà sì che ogni sera ci sia uno spettacolo nuovo che mantiene le stesse atmosfere di sempre, ma, come quando l'acrobata fa il suo numero, può succedere di tutto. Insomma partendo dal vuoto siamo finiti sfidando noi stessi."

Giampiero Solari

INFO E CAST

Paolo Guerra presenta

IL CIRCO DI PAOLO ROSSI

uno spettacolo di

Gianpiero Solari

scritto da

GINO e MICHELE

RICCARDO PIFERI

PAOLO ROSSI

GIAMPIERO SOLARI

LUCIA VASINI

regia

GIAMPIERO SOLARI

scene

SERGIO TRAMONTI

costumi

ELISABETTA GABBIONETA

musiche

VINICIO CAPOSSELA

coreografie

ELISABETTA BOEKE

luci

RAFFAELE PERIN

fonico

ANGELO LUPO

una produzione

PAOLO GUERRA per Agidi S.r.l.

anno di produzione

1995

CAST ARTISTICO

LUCIA VASINI

ALDO,GIOVANNI e GIACOMO

GIORGIO CENTAMORE

C'E' QUEL CHE C'E'

ANTONELLO CORNACCHIONE

MAURIZIO MILANI

BEBO STORTI

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